LE PIANTE STUDIATE PER L’EPIDEMIA COVID- 19

Durante la  prima settimana dell’emergenza covid -19 ho studiato quali terapie strutturare per  poter aiutare i miei pazienti.

Le strategie terapeutiche sono:


  1. CORRETTA ALIMENTAZIONE

  1. FITOTERAPIA sia come prevenzione che come cura

  1. INTEGRAZIONE con VITAMINE e POLISACCARIDI

  1. OMEOPATIA  come cura a patologia conclamata


Durante l’infezione dall’esordio dei sintomi alla polmonite e all’interessamento di tutti gli organi, passa un periodo di tempo più o meno lungo durante il quale  si può intervenire,  riuscendo a ridurre il decorso grave dell’infezione. Questo è un periodo molto prezioso. Ho personalmente constatato che l’approccio terapeutico, qui descritto,  ha aiutato tutti i miei pazienti a guarire e ad evitare le forme più gravi della patologia e il ricovero ospedaliero.

La letteratura  documenta che la maggior parte dei pazienti gravi e deceduti , nelle prime fasi dell’infezione,  presenta  sintomi lievi quali febbre, tosse, dolori muscolari. L’aggravamento, generalmente, si verifica dopo molti giorni di sintomi lievi. Purtroppo  quando insorge la polmonite  e l’interessamento di organi quali cuore, rene, fegato la situazione è, spesso, così grave da essere irreversibile.

Andiamo ora a considerare i principali eventi fisiopatologici durante l’infezione da Covid -19

Uno degli eventi che porta alle complicanze più gravi e alla morte è quello che è stata definita la tempesta di citochine  (1)


Quando noi siamo infettati da virus o batteri il nostro sistema immunitario ha varie strategie e una infinità di sostanze che servono a difenderci e a sviluppare una immunità nei confronti del virus o del batterio in questione.

Il funzionamento del sistema immunitario è tanto affascinante quanto complesso. Gli scienziati in continuazione lo studiano e sempre di più si scoprono molecole, interconnessioni tra il sistema immunitario e il sistema endocrino (ormonale) e il cervello.

Abbiamo due tipi di risposte immunitarie una aspecifica che interviene subito in caso di aggressione virale o batterica e una specifica che si sviluppa in un secondo tempo e che è in grado di formare gli anticorpi che neutralizzeranno il virus o il batterio responsabile dell’infezione e che ci renderà  immuni nei confronti di quel patogeno.

Le due risposte sono profondamente interconnesse e  il loro funzionamento è legato ad una miriade di molecole  chiamate mediatori della risposta immunitaria che inviano messaggi alle cellule del sistema immnunitario (i globuli bianchi white cell che si suddividono in macrofagi, monociti, linfociti Te B, eosinofili, neutrofili, basofili)  ma anche a cellule di altri organi e apparati.

I mediatori della risposta immunitaria sono un numero impressionante  (ne vengono scoperti ogni anno di nuovi) di molecole che scatenano una serie di eventi che caratterizzano il processo dell’infiammazione.


Sono chiamati  citochine e sono dei veri e propri mezzi di comunicazione. Le citochine sono composte da vari tipi di interleuchine, di interferon, chemochine (che promuovono la chemiotassi cioè l’attivazione e la progressione del globuli bianchi), il TNF-α (fattore di necrosi tumorale) e vari fattori di crescita (TGF –β , ligando c-kit, interleuchina 3, CSF, GM-CSF, M-CSF, G-CSF, Interleuchina -7, PDGF fattore attivante la crescita delle piastrine, EGF, eritropoietina)

I due sistemi (immunità aspecifica e immunità specifica) cooperano insieme e la risposta immunitaria viene poi arrestata dagli stessi sistemi che l’hanno provocata.

In alcuni casi come nella tempesta di citochine la risposta immunitaria diventa eccessiva e provoca la morte dello stesso individuo che l’ha indotta per difendersi, una specie di eccesso di difesa.

Nella situazione specifica dell’infezione da Covid-19,  e questo ci interessa poiché andremo a valutare le piante in base alla loro azione antinfiammatoria, i pazienti che sviluppano le forme più gravi della malattia presentano elevati livelli di interleuchina 1-B, inteferon -γ, IP- 10, TNF –α (fattore di crescita tumorale), MCP-1, Macrophage inflammatory proteina 1 A, CSF . Attivazione fattore NFkB  e attivazione dell’apoptosi (morte cellulare programmata).

In particolare elevati livelli di Interleuchina -2 R e Interleuchina 6-L , interferon γ sono correlate positivamente con la severità del quadro clinico(3).

Questa massiccio ed eccessivo rilascio di citochine infiammatorie porta alla ARDS  (acute respiratory distress syndrome ) per   infiltrazione interstiziale polmonare  di cellule dell’infiammazione e porta anche al danno multiplo agli organi (polmone, cuore, rene, fegato) e  alla   temibile CID  coagulazione intravascolare disseminata. Un aumento della coagulabilità  del sangue si verifica, sempre,  negli stati  infettivi . Basti pensare alle ferite che si rimarginano grazie al rilascio dei  fattori della coagulazione del sangue che promuovono il coagulo.


Se pre esistono  condizioni di infiammazione cronica silente generalmente legate alla disbiosi intestinale e alla leaky gut sindrome (aumentata permeabilità intestinale)  e ad altre condizioni patologiche quali:  obesità (il tessuto adiposo in eccesso secerne molte citochine e adipochine infiammatorie), iper glicemia, diabete, sindrome IBD (sindrome infiammatoria intestinale), le patologie virali, non solo quella da covid – 19, e batteriche possono diventare molto più gravi. Ricordo qui, inoltre,  che situazioni di infiammazione cronica silente sono determinate da un eccesso di radicali liberi che supera la capacità dell’organismo di  disattivarli e che causa danno cronico continuo cellulare sostenendo uno stato infiammatorio  con produzione di citochine continua, evento che non dovrebbe essere .  Da qui il razionale di utilizzare antiossidanti e glutatione (molecola che aiuta il fegato nella disintossicazione da radicali liberi).

Le terapie consigliate attualmente per l’infezione da covid – 19 sono:


Corticosteroidi (cortisone) grazie alla loro azione antinfiammatoria

  • Interferon λ  con azione antinfiammatoria e antagonista delle citochine infiammatorie

  • Interleuchina 1 antagonisti

  • Interleuchina 6 antagonisti  (tocilizumab)

  • idrossiclorochina che  inibisce il rilascio del fattore di crescita tumorale e interleuchina 6 ed ha una azione immunomodulante

  • Eparina a basso peso molecolare per scoagulare il sangue e ridurre il rischio di trombosi e di CID (coagulazione intravascolare disseminata)

  • Vitamina D

  • Vitamina C grazie al suo potere antiossidante

  • Glutatione

Nelle prima settimana dell’infezione quando scelsi le piante da inserire nel mio protocollo, tutte  queste informazioni ancora non si avevano e la mia scelta si basò sulle mie conoscenze fitoterapiche e su  studi pubblicati sulle piante efficaci nelle precedenti gravi infezioni da virus della specie coronavirus (SARS 1, MERS, aviaria).

Le piante scelte sono:

  • Le toniche adattogene: Panax Ginseng o Glychirrhiza Glabra (liquirizia), a seconda delle situazioni sceglievo una o l’altra pianta. Entrambe immunomodulanti, antivirali, antinfiammatorie, antiossidanti. Il panax ginseng ha anche un’azione ipoglicemizzante

  • Echinacea  sia la varietà purpurea che la varietà angustifolia grazie alle sue proprietà antivirali e antibatteriche

  • Helychrisum Italicum  pianta antivirale, antinfiammatoria , ipoglicemizzante e antiossidante

  • Sambucus nigra  fiori, pianta antivirale, diaforetica (favorisce la sudorazione) e antipiretica (riduce la febbre), antinfiammatoria

  • Berberis Vulgaris  (Crespino) una  potente pianta antibatterica per scongiurare il pericolo di sovrainfezioni batteriche


Come prevenzione nella maggior parte dei pazienti ho consigliato le soluzioni idroalcoliche:  Liquirizia 10 gtt, elicriso 20 gtt, sambuco fiori 20 gtt, echinacea 10 gtt. Nei casi in cui era presente diabete e o ipertensione ho sostituito la liquirizia con il panax ginseng. Durante la fase acuta questo dosaggio di prevenzione è stato triplicato o quadruplicato.

Generalmente utilizzo soluzioni idroalcoliche perché  trovo siano più potenti   se, però,  non è consigliabile, come in casi di diabete conclamato, o epatopatie la soluzione idroalcolica si possono assumere gli estratti secchi con i dovuti cambiamenti di posologia e con altrettanto buoni risultati.

Ho potuto constatare l’efficacia di questa miscela di piante in tutti i casi di infezione da coronavirus. Nessun paziente trattato con questo protocollo ha sviluppato la forma più grave dell’infezione ne ha avuto bisogno di ricovero.

Questa miscela di piante rimane valida per tutti i tipi di infezioni virali.


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

  1. Qing Ye MD, Bili Wang MS, Jianhua Mao MD: Cytokine Storm in Covid-19  and Treatment. Journal of Infection 2020

  2. Neurath MF :Covid-19 and immunomodulation in IBD. Gut 2020, Apr 17

  3. Paolo Bellavite: La complessità in Medicina. Fondamenti di un approccio sistemico-dinamico alla salute, alla patologia e alle terapie integrate. Tecniche Nuove

  4. Intervista al Dott. Stefano Manera



Dott.ssa Michela Pessot

  • Medico Chirurgo

  • Specialista in psichiatria

  • Esperta in Medicine Complementari Fitoterapia, medicina tradizionale cinese

  • Omeopata

www.michelapessot.it

pessot.michela@gmail.com