STRESS, PAURA E ANSIA COME INFLUENZANO IL SISTEMA IMMUNITARIO
PIANTE ANTISTRESS
Scrivo questo articolo poiché sono preoccupata riguardo alle notizie che vengono divulgate da televisione e giornali; da come i mass media in generale affrontano l’argomento dell’epidemia. Pertanto, voglio fornire spunti di riflessione sull’impatto che l’ansia e la paura hanno sul nostro sistema immunitario.
Non è questa la sede per affrontare l’argomento su ciò che viene divulgato e su ciò che, invece, è la verità. Mi sto documentando in maniera molto approfondita e magari uscirà un articolo su questo argomento. Faccio notare, però, che si parla molto dei numeri dei positivi ma non viene quasi mai detto che, circa, il 95 % dei contagiati è asintomatico o ha lievi sintomi. Inoltre, il primo grande studio sul CoV2019, condotto in Cina e divulgato da Giovanni Maga, direttore dell’istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle ricerche di Pavia conferma la ridotta morbilità e letalità del virus. Da questo studio emerge che Il 95% dei pazienti guarisce senza gravi complicazioni. Vengono taciuti ad arte, i dati sulla letalità delle infezioni da batteri resistenti agli antibiotici che causano, secondo l’OMS , 50.000 decessi in Europa Stati Uniti. Sempre l’OMS riferisce che, senza interventi efficaci , nel 2050 le infezioni batteriche potrebbero essere responsabili della morte di 10 milioni di persone all’anno (L. Decastelli; A. Dondo; Antibiotico-resistenza: definizione e inquadramento. Torino Medica GENNAIO 2019) . Queste infezioni sono, in particolare, molto gravi negli ospedali e nei reparti di terapia intensiva dove causano parecchi decessi. Detto questo, l’informazione pubblica, quasi mai, divulga notizie sull’alimentazione adeguata o lo stile di vita da condurre per aumentare le difese immunitarie e per essere in salute.
Cito a riguardo un bellissimo scritto dI Ghandi : “Io mangio troppo:soffro di indigestione, vado da un medico, lui mi dà delle medicine, sono guarito. Mangio troppo di nuovo, di nuovo prendo le pillole. Se non le avessi prese, in primo luogo, avrei sofferto la punizione che meritavo, e non avrei mangiato troppo una seconda volta. Il medico è intervenuto, e mi ha aiutato a viziarmi. Certo, con questo il mio corpo si è sentito più a suo agio: però la mia mente si è indebolita..”.
M.K. GANDHI
E… possiamo sorridere sull’umanità …o forse no … leggendo un altro scritto tratto da un bellissimo libro di uno dei più grandi medici omeopati dell’800. Convertitosi all’omeopatia, in virtù del fatto che questa medicina l’aveva strappato alla morte, molto vicina ,per tubercolosi.
Così scriveva nel nell’agosto del 1849 C.M.F. von Boenninghausen, parlando dell’epidemia di colera che colpì l’Europa nella prima metà dell’800: “Riguardo all’epidemia di colera che adesso imperversa, […] è stato dimostrato, senza alcun dubbio, che nulla più della paura per questa malattia ne favorisce la diffusione […] il primo dovere deve essere quindi quello di rimuovere tutto ciò che può provocare paura o ansia … Tra questi provvedimenti possiamo annoverare le quarantene, gli avvisi di allarme e forme insolite di funerali, come tutte quelle misure e procedure che presentano agli occhi del pubblico questa malattia come particolarmente dannosa e letale […] anche l’istituzione di ospedali per il colera si è dimostrata deleteria […] perché il trasporto dei pazienti in questi luoghi fa progredire di una fase la malattia […]
“All’avvicinarsi, oppure alla vera esplosione di una epidemia di colera, dovremmo quindi consigliare con urgenza ed attenzione di evitare qualsiasi cosa che tende a provocare scoraggiamento, paura, terrore e ansia.” (8)
Da molto tempo mi occupo di psiche e malattie. Anni di studio e osservazione su malattia e guarigioni, in situazioni acute e croniche.
Mi appare sempre più chiaro come la nostra psiche sia in grado di influenzare il nostro stato di salute, nel bene e nel male, come può favorire la guarigione o la riacutizzazione di patologie croniche.
La Medicina Tradizionale Cinese con grande saggezza, nel 1000 a.C., dichiarava che tutte le malattie hanno la loro origine nello Shen. L’ideogramma dello shen, di difficile traduzione nelle lingue occidentali, significa letteralmente: spiriti-principio vitale. Le malattie originano dal nostro principio vitale, dalla nostra anima/psiche. Inoltre, per la dottrina cinese, l’uomo partecipa all’ordine sociale e cosmico. La mancanza di equilibrio dell’uomo e danche di ogni singolo individuo si ripercuote sull’ordine sociale e universale.
Pertanto noi siamo i principali artefici della nostra salute e della salute del pianeta. Equilibrio in terra come in cielo. L’equilibrio di ognuno di noi influenza il cielo e la natura e viceversa.
Portare equilibrio e guarigione a noi stessi significa portarlo all’interno della nostra famiglia, della nostra città, della nostra società e a livello del pianeta.
Detto questo andiamo a considerare l’impatto che la paura ha sulla nostra psiche e sul nostro corpo.
Noi, medici omeopati, sappiamo molto bene che è necessario intervenire con rimedi omeopatici opportuni, sia su traumi fisici che su traumi psichici. Stati emotivi come la paura inducono importanti modificazioni neurofisiologiche tali da determinare, a distanza di mesi o anni, importanti patologie.
Si è notato un aumento delle patologie oncologiche in popolazioni vittime di eventi stressanti quali terremoti, alluvioni e altre calamità naturali di grado intenso.
Stress, paura e depressione sono condizioni ed emozioni diverse che, attraverso circuiti neuroendocrini, portano ad un indebolimento del sistema immunitario.
Andiamo ora ad analizzare i meccanismi con i quali la paura e lo stress agiscono sul nostro organismo.
Hans Seyle, medico viennese, vissuto in Canada e ricercatore presso la McGill University in Canada, fu il primo scienziato a studiare in modo approfondito la reazione allo stress.
Gli studi di Seyle sull’effetto fisiopatologico dello stress sono ancora oggi un valido aiuto per comprendere i complicati meccanismi che stanno alla base dell’adattamento alla vita degli animali e degli uomini.
Seyle nelle sue teorizzazioni parlò di Sindrome Generale di Adattamento, ovvero quella reazione che l’organismo mette in atto quando è soggetto a eventi stressanti.
In generale, in natura, lo stimolo stressante è un evento acuto. Nell’ animale, per esempio, può essere l’avvistamento e inseguimento di una preda, o la fuga nel caso di animali prede se avvistati da predatore. Viene infatti definita reazione fight-or-flight: combatti o fuggi.
Come descrisse Seyle, le modificazioni dell’organismo sotto stress si possono suddividere, nell’animale, in tre fasi principali.
- La fase di allarme, che segue immediatamente lo stimolo, caratterizzata dalla stimolazione, da parte del sistema nervoso centrale , tramite le vie del sistema simpatico, delle ghiandole surrenali che secernono gli ormoni dello stress adrenalina e cortisolo.
- La fase di resistenza che insorge quando l’esposizione allo stimolo stressante si prolunga nel tempo, per cui si ha generalmente una ipertrofia delle ghiandole surrenali.
- Fase di esaurimento, quando lo stimolo stressante perdura oltre la capacità adattativa dell’individuo. Questa fase, è caratterizzata dall’assottigliamento o esaurimento delle ghiandole surrenali e se non viene interrotta, porta l’animale alla morte.
Lo stress e la reazione allo stress possono avere un ruolo positivo o negativo a seconda delle caratteristiche dell’evento stressante, della durata dell’evento stressante e della capacità dell’individuo di neutralizzare l’evento stressante.
Non bisogna dimenticare che lo stress ha anche una importante funzione positiva, quella di mantenere l’organismo attivo e capace di reagire prontamente agli stimoli esterni. Si parla in questo caso di eustress. Si è visto che entrambe le condizioni, troppo stress o troppo poco, favoriscono l’insorgenza di patologie (1).
Hans Seyle coì scriveva nel suo libro The stress of life: “Nessuno vive senza essere sottoposto ad una certa dose di stress continua. In genere si pensa che solo le malattie più gravi o un serio danno fisico possano produrre stress: questo è falso. L’attraversamento di un incrocio affollato, l’esposizione a una corrente d’aria, o persino un semplice stato di gioia sono sufficienti per indurre un certo grado di stress. Lo stress non è uno stato necessariamente negativo: può essere considerato come il sale della vita, poiché qualsiasi emozione, qualsiasi attività provoca dello stress. Ma, ovviamente, l’organismo deve essere pronto a sopportarlo. La stessa situazione che può essere estremamente avvilente per una persona può risultare altamente stimolante per un’altra.”
Un concetto fondamentale espresso è che l’evento stressante comporta un danno per l’organismo quando la gravità dell’evento, o la durata dello stesso, superano la capacità di adattamento di quell’individuo. Faccio alcuni esempi: i bambini sottoposti a conflittualità genitoriali (di cui quelle non manifeste sono le più pericolose), spesso si ammalano in continuazione poiché sono sotto stress continuo e, ovviamente, non sono in grado di modificare l’evento stressante.
Un altro esempio può essere quello in cui svolgiamo un’attività lavorativa che non ci corrisponde. Sembra una banalità, ma trascorrere la vita facendo qualcosa che non ci piace è sicuramente un motivo importante di stress e di malattia. Al contrario, se il nostro lavoro ci appaga, il relativo stimolo stressante ci fa bene.
Spesso per l’uomo moderno non si parla più di reazione fight or flight, ma di capacità di resilienza. Non siamo più nella giungla di fronte ad un leone che ci vuole mangiare, siamo invece in una giungla molto più pericolosa e subdola; relazioni conflittuali, inquinamento atmosferico, inquinamento elettromagnetico, alimentazione scorretta, richieste sociali spesso eccessive e contraddittorie, esposizione continua a notizie allarmanti con l’impossibilità di avere una giusta informazione. Questo per citare solo alcune fonti di stress quotidiano e persistente.
Come scrive il Prof. Paolo Bellavite nel suo libro “La complessità in Medicina”: “Il termine resilienza è una terminologia presa dall’edilizia. La capacità di resilienza nasce in relazione allo studio dei materiali edili. In particolare vengono considerati resilienti quei metalli che resistono agli urti e ai colpi.
Il termine resilienza per l’uomo si applica alla capacità di resistere ai colpi della vita. Affrontare con resilienza un evento traumatico o una situazione difficile significa non sentirsi vittime della situazione, ma protagonisti attivi. Essere resilienti significa sviluppare la capacità di gestire l’evento stressante senza farsi travolgere, ma utilizzando l’esperienza in modo positivo e costruttivo.”(1)
Nel mio lavoro quotidiano con i pazienti ho notato che la condizione più pericolosa per la salute è quella di essere sottoposti ad una situazione stressante che giudichiamo impossibile da modificare. Forse solo per i bambini si può parlare di situazioni impossibili da modificare. Tutto è modificabile se noi lo vogliamo. La pericolosità è, infatti, nel vissuto interno di essere “senza vie di uscita”, “senza scampo”. Questo vissuto fa ammalare.
Moltissimi studi hanno confermato che se la fase di resistenza è prolungata in assenza di possibilità e, aggiungerei, di fede di poter neutralizzare lo stimolo, porta a malattie. Durante la seconda fase, livelli elevati di ormoni dello stress quali cortisolo e adrenalina, che all’inizio attivano il sistema immunitario, conducono ad uno stato di immunosoppressione, predisponendo l’ospite a infezioni e malattie. Questo, anche in relazione a modificazioni del microbiota intestinale che viene ridotto moltissimo in condizioni di stress e paura. Ricordiamoci che,Il microbiota intestinale, e cioè tutti i microrganismi fisiologici, che sono all’interno del nostro intestino, sono uno dei nostri migliori eserciti contro virus e batteri.
Il complesso meccanismo fisiologico che sta alla base della reazione allo stress è regolato dall’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Ipotalamo e ipofisi sono due importanti centri cerebrali di regolazione e connessioni tra cervello e sistema endocrino e immunitario. L’Ipotalamo che è in connessione con l’ipofisi fa parte di quella parte del cervello, estremamente affascinante, che è il sistema limbico cioè il cervello antico, sede delle emozioni, della memoria a breve termine e di connessioni neuronali molto importanti che riguardano il comportamento.
Ritorniamo allo stress: lo stimolo stressante attiva l’ipotalamo a secernere il realising factor CRH, che a sua volta va a stimolare a livello dell’ipofisi la secrezione di ACTH (ormone adrenocorticotropo) che rilasciato in circolo andrà all’organo bersaglio, le ghiandole surrenali (due piccole ghiandole poste sopra i reni) stimolandole a produrre gli ormoni dello stress adrenalina e cortisolo (il nostro cortisone endogeno).
Molte altre sostanze sono secrete in fase di stress: la vasopressina, la dopamina, il GH ovvero l’ormone della crescita e le endorfine. La Vasopressina è un ormone complesso che riduce la diuresi e alza la pressione sanguigna. In molti casi di ipertensione, prescrivere farmaci antipertensivi e non agire sul livello di stress e gestione dello stress è una modalità di cura superficiale e assai poco terapeutica. E’ inoltre interessante notare che, a livello affettivo, la vasopressina secreta durante lo stress produce effetti opposti a quelli dell’ossitocina. L’ossitocina è l’ormone dell’amore e dei legami affettivi. Questo equivale a dire che lo stress se eccessivo e prolungato riduce l’affettività: Il GH è l’ormone della crescita, fondamentale nei bambini e nei cuccioli perché promuove lo sviluppo. Questo ormone, in situazione di stress, riduce l’assorbimento del glucosio dai tessuti (per rendere gli zuccheri disponibili nella fase attacco o fuga) e aumenta la produzione di glucosio nel fegato. Il GH può essere controproducente se secreto a lungo, poiché è diabetogeno (il diabete è infatti anche una patologia degli stati di stress prolungati) e può favorire la crescita di masse tumorali. Le endorfine sono secrete sotto stress, in modo da modificare la percezione del dolore.
L’effetto determinato dallo stress sul sistema immunitario varia in relazione alla durata dello stimolo stressante. Uno stress acuto determina un effetto immediato stimolante sul sistema immunitario, mentre uno stress prolungato con secrezione prolungata di ormoni glucocorticoidi (cortisolo) ha azione antinfiammatoria, ma anche immunosoppressiva.
Nella mia pratica clinica mi è capitato di osservare pazienti con diagnosi di depressione e a cui erano stati prescritti psicofarmaci che, in realtà, erano in condizioni di esaurimento psico-fisico determinate da stati di stress protratti nel tempo. In questo caso, la somministrazione di piante tonico-adattogene come la Rhodiola Rosea, il Panax Ginseng, l’Eleuterococcus senticosus, l’Angelica Arcangelica, la Glycyrrhiza glabra, la Commiphora Myrrha ovvero la Mirra, il Cordiceps Sinensis, il Ganoderma Lucidum o Reishi per citare alcune delle più importanti, hanno rapidamente risolto la sintomatologia depressiva. Tutte le piante toniche adattogene sono antistress, antidepressive e immunomodulanti.
Affrontiamo ora l’argomento relativo alla paura e all’ansia diverso dallo stress… anche se uno stress prolungato produce ansia.
Molti studi confermano il notevole impatto dell’ansia e della paura sul sistema immunitario.
Ma forse non tutti sanno che predispongono, anche, ad uno stato di infiammazione cronica. Stato pericoloso poiché, in caso di infezioni acute, può portare a sviluppare le forme più gravi di infezione.
La ricerca ha evidenziato come citochine infiammatorie e proteina C reattiva (un importante marker di infiammazione) sono aumentati nei disturbi d’ansia, in particolare nel disturbo d’ansia post traumatico da stress e nel disturbo da attacchi di panico.
L’esposizione a trauma sia fisico che psichico è associata a produzione di interleuchina 1- β, interleuchina 6 e fattore di necrosi tumorale TNF-α. Sono le stesse che, se secrete in eccesso, possono portare alla tempesta di citochine che ha determinato la principale causa di morte associata all’infezione virale del Covid-19. L’aumento delle citochine infiammatorie è dovuto all’attivazione dell’asse dello stress che attiva il fattore NFkB, il più importante mediatore cellulare dell’infiammazione, il quale attiva la trascrizione intracellulare di moltissimi fattori dell’infiammazione e stimola i linfociti T e i macrofagi, che producono altre citochine infiammatorie. (2)
La paura è collegata all’infiammazione. Più ci spaventiamo e più il nostro sistema si infiamma.
Ed è vero anche il contrario: i processi infiammatori aggravano i disturbi psichici come ansia e depressione. (2) (ricordo che un’altra causa di infiammazione dei tessuti è l’alimentazione scorretta)
Nel 1988 McClelland ha notato livelli più alti di immunoglobulina salivare IgA (le immunoglobuline A sono gli anticorpi presenti nella saliva e sono la nostra prima barriera difensiva contro virus e batteri a livello della mucosa oro-faringea, che spesso è la prima ad entrare in contatto con questi agenti patogeni) in studenti che guardavano un film su Madre Teresa di Calcutta, rispetto a studenti che guardavano un film che descriveva le atrocità tedesche prima della seconda guerra mondiale. In questo ultimo gruppo di studenti i livelli di IgA erano depressi. (4)
Koenig, Cohen e George hanno misurato degli indicatori biologici dell’infiammazione in 1718 anziani, in relazione alla frequenza religiosa, dal 1986 al 1992, e hanno visto che era correlata con i livelli di interleuchina 6, indice di infiammazione. È stata trovata una relazione significativa inversa fra chi praticava la religione e alti livelli di interleuchina 6, ovvero I soggetti che frequentavano i servizi religiosi avevano indici di infiammazione meno elevati, quindi minore concentrazione di interleuchina 6. (4)
Da queste ricerche, e ce ne sono molte altre, si può dedurre come l’uomo sia una complessità di funzioni psichiche e fisiche profondamente interconnesse tra di loro e con l’ambiente esterno. “Noi , esseri umani, siamo … nodi di una rete di scambi,… Siamo fatti degli stessi atomi e degli stessi segnali di luce che si scambiano i pini sulle montagne e le stelle nelle galassie” (Carlo Rovelli. Sette brevi lezioni di fisica).
E allora, come, possiamo fare per essere in equilibrio e forti da poter affrontare le sfide che la vita ci propone.
Vari autori hanno identificato alcune caratteristiche presenti nelle persone che dimostrano maggiore resilienza e quindi maggiore capacità di resistere e, anzi, di trasformare l’evento stressante in un evento positivo e in una opportunità di crescita personale. (1)
Le caratteristiche della resilienza sarebbero:
- Introspezione;
- Indipendenza, intesa come la capacità di mantenersi ad una certa distanza fisica ed emozionale dai problemi, senza però isolarsi;
- Iniziativa e creatività;
- Interazione, cioè capacità di stabilire rapporti soddisfacenti con altre persone.
Queste qualità, a mio parere, non sono da intendersi come prerogative solo di alcune persone. Possiamo allenarci a svilupparle in condizioni di non stress o di stress minimo, per poi utilizzarle quando la vita ci propone vere e proprie sfide.
Ognuno può scegliere le tecniche che si adattano meglio alla sua personalità, cultura e credenze. Le vie possono essere diverse ma l’importante è il risultato.
La preghiera, il contatto con la natura, tecniche di meditazione e respirazione, l’attività fisica, tecniche di guarigione sciamanica per citarne alcune.
Selene Calloni Williams nel suo libro “Shinrin-Yoku. L’immersione nei boschi, il rituale giapponese per liberarsi dall’ansia e dallo stress” scrive: “E’ provato che il contatto con la natura è in grado di abbassare le concentrazioni dell’ormone dello stress nel corpo, di rinforzare il sistema immunitario, di regolare la pressione arteriosa e di far abbassare il colesterolo. Il contatto con la natura favorisce la capacità di resilienza.” (6)
Ho la fortuna di abitare in una casa che, seppure in città, è molto vicina al fiume con sponde in alcuni tratti naturali e abitate da fitta vegetazione di salici, sambuchi, aceri, noci, ciliegi, e da molte specie di uccelli, gabbiani, anatre, cormorani e aironi. Ricordo che nei difficili giorni della quarantena andare al fiume, anche solo per dieci minuti, e pormi in ascolto della natura mi aiutava moltissimo e riduceva i livelli di ansia e preoccupazione in modo evidente. La natura mi dona, sempre, grande conforto.
Tecniche di meditazione e respirazione come il Qi Gong, Pranayama, Yoga, Mindfulness, svolte al mattino presto, prima di incominciare la giornata, ci regalano una calma orientale,, con la quale siamo in grado di affrontare la giornata con resilienza e maggiori possibilità di successo in tutti i campi. Queste tecniche agiscono attivando il sistema parasimpatico o vagale, che corre attraverso il nervo vago dal cervello a tutti gli organi, e antagonista, a grandi linee, del sistema simpatico, che porta il messaggio dello stress.
Molti miei pazienti mi dicono che non hanno tempo al mattino per far questo, in realtà a meno che uno non incominci un turno alle 6 del mattino, tutti abbiamo tempo se vogliamo. E se siamo validi, se pratichiamo queste tecniche a lungo nei momenti di tempo libero, al mattino siamo in grado in poco tempo di raggiungere uno stato di “coscienza di sé” e di rilassamento fondamentali alla nostra psiche.
Murrey e Pizzorno, riguardo allo sciamanesimo, scrivono:
Il ricorso a stati alterati di coscienza come l’ipnosi e le tecniche di guarigione sciamanica possono condurre a condizioni psicofisiche più forti e a guarigioni. La medicina moderna ha documentato che guarigioni di tipo sciamanico che coinvolgono stati alterati di coscienza (raggiunti senza uso di sostanze psicoattive) possono portare a incredibili “remissioni spontanee”. (6)
La psicoterapia aumenta la nostra capacità introspettiva, aiuta ad affrontare le nostri parti ombra e le nostre paure, analizzandole e superandole.
Anche l’arte aiuta moltissimo a trasformare i traumi e le paure, e questo gli artisti lo sanno molto bene.
Ascoltare musica classica produce effetti simili alla meditazione
Studiare arte, dipingere, suonare uno strumento sono, ancor di più, validi percorsi di cura e guarigione e di connessione con noi stessi e con l’universo.
Moltissimi studi confermano che un’attività sportiva, adeguata al livello di allenamento della persona, aiuta moltissimo a contenere lo stress e a scaricarlo. L’attività sportiva aumenta infatti i livelli di serotonina a livello cerebrale, con conseguente aumento del buon umore.
L’attività fisica induce inoltre la secrezione dei nostri cannabinoidi endogeni, che inibiscono il rilascio di glutammato. Questo è il principale neurotrasmettitore eccitatorio del nostro cervello, secreto in seguito allo stimolo del cortisolo.
Lo sport aumenta l’attività ed il numero dei mitocondri, “magici” organelli intracellulari responsabili della respirazione cellulare e della produzione di energia da parte delle cellule. Organelli fondamentali per la nostra vita e per la sopravvivenza.
A voi la scelta.
E’ fondamentale per noi, ed è fondamentale come atto terapeutico, potenziare gli stati emotivi positivi.
Sempre Murrey e Pizzorno affermano: “Lo studio delle situazioni di vita in cui il paziente si ammala rivelano che la malattia viene generalmente preceduta da un periodo di disturbi psicologici durante il quale l’individuo sente di non potercela più fare”, frequentemente correlatocorrelato al senso dell’abbandono e di essere abbandonato (7).
Bisogna dedicarsi ad imparare tecniche di gestione dello stress, alimentarsi bene in modo da avere un corpo in salute, e nutrire la mente con pensieri belli. Ai miei pazienti dico sempre che i pensieri possono avvelenare un corpo più del cibo.
Prima di trattare alcune piante che ritengo molto utili per la gestione dell’ansia e dello stress, riporto un altro passaggio dei due precedenti autori (5): “Appare chiaro come il termine psiconeuroimmunologia è utilizzato per descrivere le interazioni tra lo stato emozionale, le funzioni del sistema nervoso e il sistema immunitario. La conoscenza sempre crescente che documenta l’influenza profonda della mente sulla fisiologia in condizioni di salute o di malattia richiede una svolta fondamentale riguardo al modo in cui i pazienti sono considerati dai propri medici…
…Il sostegno del sistema immunitario è essenziale per mantenere un buon stato di salute; il miglior approccio a tal fine consiste in un programma sanitario completo che interessi lo stile di vita, il livello di stress, l’esercizio fisico, la dieta le integrazioni nutrizionali, e l’assunzione di medicinali a base di erbe..”.
Il medico, alla luce di quanto appena detto, assume una missione diversa.
Il medico che ha a cuore i suoi pazienti e la loro salute deve, oltre ad eseguire una diagnosi e una cura, svolgere un ruolo di aiuto, sostegno e incoraggiamento. Deve infondere fiducia nel paziente, e spronarlo come un allenatore fa con il suo atleta. Lo deve aiutare a cambiare stile di vita e alimentazione in modo da favorire la guarigione e, in stato di salute, la prevenzione.
Ed il medico, come l’allenatore, deve credere nel suo atleta. Questa alleanza medico-paziente genera guarigione.
Vediamo ora alcune piante meravigliose per la gestione dello stress:
LE PIANTE TONICHE ADATTOGENE
PANAX GINSENG, ELEUTEROCOCCUS SENTICOSUS, ANGELICA ARCANGELICA, SCHISANDRA CHINENSIS, RHODIOLA ROSEA, WHITANIA SOMNIFERA, CORDYCEPS SINENSIS, GANODERMA LUCIDUM o REISHI
Alcune di loro possiedono potenti proprietà antivirali il Panax ginseng e la Glycyrrhiza glabra (liquirizia) ( sono state tra le piante più studiate per le loro proprietà antivirali nei confronti di virus della specie coronavirus responsabili della SARS 1 e SARS 2).
Questo è un elenco di stelle brillanti nel firmamento della fitoterapia. Ognuna di queste piante ha indicazioni particolari e la prescrizione deve essere fatta sulla persona e sulla totalità dei sintomi presentati dal paziente.
Veniamo ora a considerare una delle mie preferite per la gestione della paura , dell’ansia e dello stress. Una mia grande alleata per il Disturbo d’attacco di Panico.
La RHODIOLA ROSEA fa parte della famiglia delle Crassulaceae, cresce in zone montagnose e molto fredde (Alpi, Siberia e Pirenei). Il nome deriva dal fatto che la sua radice profuma tantissimo di rosa. Inoltre, la radice ha una vitalità incredibile, se estratta dalla terra e messa in acqua germoglia subito.
E’ una pianta che utilizzo da molto tempo, per via delle sue proprietà ansiolitiche e antidepressive.
Il dosaggio varia da 50 gtt in un’unica somministrazione al mattino fino a 30-40 gtt per tre volte al giorno. Questi dosaggi si riferiscono alla soluzione idroalcolica che io preferisco rispetto all’estratto secco.
MAGNOLIA OFFICINALIS CORTECCIA
Grandissima pianta ansiolitica e antidepressiva. Appartenente alla famiglia delle magnoliaceae, originaria dell’estremo oriente, Cina, Giappone.
La utilizzo da moltissimi anni, non mi ha mai deluso. Il potere ansiolitico è straordinario.
Tra le altre sue caratteristiche: antitumorale e si utilizza nel post-infarto e post-ictus cerebri
La si trova in commercio sotto due forme gli estratti della corteccia con azione ansiolitica, antidepressiva e antitumorale e il derivato delle gemme cioè il gemmo derivato il quale ha una potente azione ansiolitica che è in grado di aiutare nello svezzamento da farmaci ansiolitici.
HYPERICUM PERFORATUM
Famiglia delle Guttifere.
Pianta antidepressiva per eccellenza. Ha azione serotoninergica, dopaminergica e noradrenergica. Inoltre, alle proprietà antidepressive associa proprietà ansiolitiche per un’azione sui recettori del GABA, riportando effetti comparabili alle benzodiazepine, i farmaci usati normalmente come ansiolitici.
L’ho utilizzata nel periodo della quarantena, come rimedio antidepressivo, da solo o in associazione con la corteccia di magnolia e la Rhodiola.
RIMEDI OMEOPATICI
L’omeopatia può aiutare molto la capacità di resilienza, somministrando al paziente il suo rimedio costituzionale, studiato sulla totalità dei sintomi del paziente, attuali e pregressi considerando,anche, eventuli, traumi durante la gestazione o dei genitori precedenti al concepimento
Come tutti voi sapete, i rimedi omeopatici non possono essere prescritti senza aver visitato il paziente. Non esistono linee guida in omeopatia né prescrizioni da banco. Se così viene fatto, è un’altra medicina, non è l’omeopatia.
In situazioni di traumi e stress acuti o prolungati può essere necessario somministrare i rimedi che intervengono sul trauma. Ci sono alcuni rimedi che possono essere di aiuto e sono in grado di resettare la persona che ha subito un trauma, uno spavento importante, uno shock, un lutto, perdite finanziarie. Spesso questi rimedi agiscono in profondità e scongiurano malattie dovute all’evento traumatico. In questo gruppo di rimedi si trova l’Ignatia Amara, Natrum Muriaticum, Aconitum, Arnica, Staphysagria, Arsenicum, Aurum, Phosphoricum acidum.
Al termine di questo scritto consiglio la lettura dei seguenti libri di scienziati di fama internazionale che confermano quello che è stato scritto in quest’articolo e cercano il collegamento tra scienza e anima. Collegamento che è auspicabile avvenga al più presto anche in campo medico.
La scienziata, che ha scoperto i recettori per gli oppiacei: Candace B. Pert , la scienziata che ha scoperto i recettori per gli oppiacei: Molecole di emozioni. Tea
I fisici:
- Fritjof Capra: Il tao della fisica. Adelphi
- Carlo Rovelli:Sette brevi lezioni di fisica. Adelphi
I medici:
- Peter Chappell: Guarire i traumi emotivi con l’omeopatia. Libriomeopatia.it e
- Gaetano Conforto: La Medicina della Luce. Macro Edizioni
BIBLIOGRAFIA
- Paolo Bellavite:La complessità in Medicina. Fondamenti di un approccio sistemico-dinamico alla salute, alla patologia e alle terapie integrate. Tecniche Nuove
- VasilikiMichopoulos, Abigail Powers, Charles F Gillespie, Kerry J Ressler, TanjaJovanovic: Inflammation inFear and Anxiety –Based Disorders: PTSD, GAD, andBeyond. Neuropsychopharmacology 2017 Jan
- Francesco Bottaccioli Epigenetica e Psiconeuroendocrinoimmunologia. Ed Edra
- Gaetano Conforto: la Medicina della luce. La fisica della guarigione. Macro Edizioni
- Joseph E. Pizzorno, Michael T. Murray: Trattato di Medicina Naturale. Red Edizioni
- Selene Calloni Williams: Shinrin – Yoku. L’immersione nei boschi. Il rituale giapponese per liberarsi dall’ansia e dallo stress. Edizioni Studio Tesi
- Engle G.L. A life setting conductive to illness: the givig-up-given-up complex. Ann Int Med 1968
- C.M.F. von Boenninghausen: Scritti minori. Ed SalusInfirmorum