Arte creativa e benessere mentale

Cami Ruohonen e Kristýna Ilek del "Dare to Care Art Collective" hanno intervistato Michela Pessot su creatività e salute mentale. Michela Pessot è medico e psichiatra specializzato in medicine complementari come la fitoterapia (cura con piante ed erbe) e l'omeopatia. Si occupa di diverse patologie mentali, tra cui disturbi psichiatrici, malattie cronico-degenerative, condizioni oncologiche e disturbi comportamentali nei bambini e negli adolescenti. Inoltre, Michela ha fondato l'Hildegarda Medical Center a Torino, in Italia, dove pratica il suo approccio olistico alla guarigione.

Qual e' la tua relazione con benessere mentale e arte?

Il mio rapporto con la salute mentale e l’arte è antico e ricco di corrispondenze. Mia zia Anna, in giovane età, incominciò a star male psichicamente. La diagnosi fu di disturbo schizofrenico, una delle patologie psichiatriche più gravi caratterizzate dalla destrutturazione e disgregazione dell’Io. Quando mia zia Anna si
ammalò io non ero ancora nata. Era bella e creativa, frequentava l’Accademia delle Belle Arti di Torino e dipingeva molto bene. La malattia, purtroppo, come spesso accade, interruppe il corso della sua vita. I miei ricordi di lei sono ambientati in manicomio, erano quelli i luoghi dove, in quegli anni, venivano ricoverati i
pazienti psichiatrici gravi che non riuscivano ad integrarsi nella società. Altri ricordi sono legati ai suoi bellissimi quadri appesi alle pareti della mia casa d’infanzia. Ho intessuto con lei un rapporto bello e sereno attraverso la mia infanzia e adolescenza e quando frequentavo il liceo Anna lasciò questa esperienza
terrena ma regalò a me una traccia, la trama dell’arte e della salute psichica che fino ad adesso mi ha accompagnato.
Durante le scuole medie mi appassionai moltissimo all’arte, frequentavo anche corsi pomeridiani organizzati dalla mia insegnante di arte e sognavo di iscrivermi al liceo artistico. Purtroppo non fu così per scelte della mia famiglia, forse preoccupati dalla storia della zia Anna. Diventata adulta, ormai medico e
psichiatra ho trovato un angolo di paradiso in un atelier lungo il nostro fiume Po, dove Elisabetta Ajani, docente all’Accademia delle Belle Arti di Torino, insegnava acquarello e scultura e così ho ripreso a studiare arte.
Quelle ore di arte poco per volta sono diventate la mia linfa vitale che mi permetteva di ricentrarmi, ritrovare me stessa, credere nel futuro e sognare dopo le lunghe e faticose ore di lavoro come psichiatra.
Potevo essere libera di creare, dipingere scolpire… Da lì il passo fu breve e portai le ore di arte all’interno del reparto di psichiatria per far lavorare i pazienti
ricoverati. In particolare percepii che il lavoro creativo migliore era la manipolazione e la scultura con l’argilla. Questa tecnica più istintiva, spontanea e arcaica permetteva a loro di proiettare i loro sentimenti e emozioni sull’opera in corso, donando conforto, ad esempio era frequente osservare la creazione di mostri
e figure immaginarie che rappresentavano le loro paure e angosce ma anche la creazione di monili e vasellame.

Ci puoi spiegare, in base alla tua esperienza, come agisce la creatività?

E’ risaputo che le facoltà intuitive e creative sono legate all’emisfero destro del cervello. Tuttavia durante i miei studi di medicina e poi di neurologia e psichiatria non ho trovato ricerche significative su come la creatività si sviluppa e si organizza da un punto di vista anatomo-fisiologico.
Le neuroscienze, negli ultimi decenni, differentemente da quanto si credeva in passato, hanno dimostrato la plasticità del cervello. Anche in età adulta e avanzata siamo in grado di creare e rimodellare le sinapsi cerebrali in modo da rispondere all’ambiente esterno.

Inoltre, Il DNA, a differenza di quanto si è creduto fino al secolo scorso, non è predeterminato e immutabile ma grazie alle proteine istoniche, che intervengono coprendo o scoprendo geni in relazione a stimoli esterni e interni, può esprimere sequenze di DNA differenti che possono essere adattative o disadattative.
Pertanto più stimoli positivi abbiamo (arte, musica, contatto con la natura, ecc) più tendiamo ad attivare sequenze di DNA che portano alla trascrizione di proteine che presiedono alla formazione di sinapsi con fini adattativi e creativi. Purtoppo vale anche il contrario ansia, paura, deprivazione e esperienze traumatiche promuovono, tramite le proteine istoniche, la modificazione di sequenze di DNA da trascrivere in senso disadattativo. Le neuroscienze hanno dimostrato che queste modificazioni delle sequenze di DNA coperte o non dalle proteine istoniche sono trasmissibili alle generazioni successive.
Intuizione e creatività sono il risultato di una mente molto plastica.
La creatività è una forma di energia. La creatività ha le sue basi fisiologiche nella capacità di procreare.
Procreare figli, ma anche idee, vestiti, arte, musica… Questa forma di energia è tanto più sviluppata quanto più nella prima infanzia siamo stati sottoposti a
molteplici stimoli creativi (arte in senso lato). Il numero di neuroni (le cellule cerebrali) e il numero di sinapsi (i collegamenti tra cellule nervose) che si creano durante l’infanzia è impressionante: nasciamo con circa 100 miliardi di neuroni, ognuno dei quali possiede 2500 sinapsi. A 3-4 anni di vita ogni neurone ha
15.000 sinapsi.
Gli artisti hanno le funzioni cerebrali legate alla creatività molto sviluppate, tuttavia, queste capacità possono essere incrementate tramite particolari tecniche meditative.

L’energia creativa, e questo lo confermo in quanto psichiatra e artista, è caratterizzata dalla ciclicità. L’atto creativo è l’espansione, è la crescita di un essere umano, di un progetto, di un’opera, a cui segue inevitabilmente il lutto che caratterizza ogni realizzazione.
Per continuare a creare bisogna esser consapevoli che è necessario ogni volta attraversare una morte simbolica e il suo lutto. Se chi crea si oppone a questo movimento manifesterà disagio psichico.
La saggezza della natura ci deve guidare in questo percorso. La natura è caratterizzata da cicli di morte e rinascita, di espansione e contrazione, pensiamo agli alberi, al dischiudersi delle gemme in primavera, alla loro fioritura e poi al rigoglioso crescere del fogliame… e alla caduta delle foglie in autunno. La maggior
parte degli alberi in autunno sviluppa le gemme che nel lungo inverno rimarranno in quiescenza, pronte a dischiudersi in primavera.
Spesso le personalità degli artisti sono ciclotimiche, direi che è quasi necessario avere un temperamento ciclotimico per creare. Questi tratti di personalità sono caratterizzati da alternanza di periodi di innalzamento del tono dell’umore a periodi di deflessione del tono dell’umore. Anche qui, dobbiamo imparare dalla natura: gli alberi ci suggeriscono, alla fine di ogni processo creativo, di preparare le gemme per una nuova creazione e rinascita.

Solstizio

Chi e' il tuo paziente tipo?

Da quando ho aggiunto alla prima specialità in psichiatria, la specialità in omeopatia e fitoterapia, e avendo approfondito la nutrizione, i miei pazienti sono eterogenei.

Molte persone si rivolgono a me per intraprendere un percorso di cura ed effettuare una vera prevenzione, impostare una corretta alimentazione e le cure omeopatiche personalizzate al fine di evitare patologie oncologiche, autoimmuni o croniche degenerative. La medicina omeopatica tramite lo studio di tutta la
storia clinica e personale del paziente e la prescrizione del rimedio costituzionale è in grado di mantenere le persone in stato di salute e allontanare l’esordio di patologie a cui il paziente è predisposto. Il rimedio omeopatico va ad attivare la complessa rete del sistema psiconeuroendocrinoimmunologico.
Altre persone mi contattano, ovviamente, per disturbi psichici da lievi a gravi. Seguo, inoltre, bambini con disturbi del comportamento.
Continuare gli studi di medicina per trovare strade di guarigione per il disagio psichico efficaci e che non conducessero la persona ad un lento e progressivo declino è stata la mia missione. L’omeopatia si è dimostrata uno strumento straordinario per la cura del disagio psichico.
In relazione alla mia formazione presso la Clinica Omeopatica Oncologica Santa Croce di Orselina (Locarno), diretta dal Dott. Dario Spinedi, seguo anche molti pazienti con patologie oncologiche e autoimmuni.

Lavori con gli artisti?

Si, con una netta prevalenza di musicisti.
Ho strutturato, nell’ultimo periodo dei workshop per artisti al fine di lavorare sull’equilibrio psicofisico e per aumentare la creatività.

Gustave Moreau - Angel Traveller (wc) - (MeisterDrucke-195522)

Qual è la tua relazione con lo sciamanesimo? come lo usi nella pratica?

Da sempre sono stata incuriosita dalle tecniche di guarigione sciamanica utilizzate dai popoli antichi, in particolare le tradizioni degli sciamani della Siberia e dell’America del Nord. Avevo letto libri e trattati a riguardo.
Nel 2017 ho incontrato, grazie a una psicologa mia amica, Martina, Nello Ceccon, ingegnere ma anche docente, di tecniche sciamaniche, della Foundation for Shamanic Studies fondata dall’antropologo Michael Harner. Con lui ho intrapreso un percorso che dura tutt’oggi di studio e pratica delle tecniche di guarigione
sciamanica. In alcune situazioni in cui sono presenti blocchi psicologici il ricorso a queste tecniche può essere estremamente utile. Le tipologie di intervento che amo di più sono la tecnica del “recupero dell’anima” insegnata magistralmente anche da Sandra Ingerman (1), la tecnica del “Guardiano del Sogno” e le
tecniche del sognare sia per migliorare il sonno, sia per fare sogni lucidi. Tutte le tecniche sciamaniche da me apprese sono utili, non solo per portare guarigione dentro di sé, ma anche per aumentare la creatività e far fluire la nostra energia. Le pratiche sciamaniche si amplificano quando si possono praticare in gruppo “ il cerchio sciamanico”.
Come scrivono i medici J.E. Pizzorno e M.T. Murrey : “sin dai tempi antichi gli uomini primitivi hanno riconosciuto l’incredibile potere dell’inconscio. Per migliaia di anni gli sciamani hanno utilizzato lo stato di trance per coinvolgere gli aspetti più nascosti del subconscio del paziente… Nella medicina moderna è stato documentato che le guarigioni di tipo sciamanico che coinvolgono stati alterati di coscienza possono portare a incredibili remissioni spontanee” (2)

Mantenere un sano rapporto con la creatività può essere difficile quando gli artisti affrontano problemi come la precarietà finanziaria e la concorrenza tossica. puoi dare qualche consiglio agli artisti che vorrebbero una felice carriera nell'arte?

Sicuramente le difficoltà economiche e la competizione possono prosciugare la vena creativa degli artisti.
Consiglio agli artisti di non perdere la loro “parte bambina”, di mantenere la loro “creatività fanciulla” e quindi di mantenere una forma di gioco con l’arte.
Nella loro attività quotidiana durante l’atto creativo devono sentirsi liberi e praticare il non giudizio e il distacco dal risultato. Queste disposizioni d’animo dovrebbero essere allenate praticando tecniche meditative e, anche se può sembrare strana questa mia affermazione, con la disciplina.
L’arte è una forma di meditazione e richiede di essere esperti nella meditazione, inoltre l’atto creativo richiede disciplina al fine di non distruggere il suo creatore.
Per disciplina intendo disciplina di vita, sana alimentazione, attività fisica e meditazione.
Ci sono moltissime forme di meditazione e ognuno è libero di scegliere quella più idonea.
Così scrive Sandra Ingerman: “sviluppare uno stato di coscienza attraverso l’arte richiede pratica e disciplina e anche equilibrio. E’ necessario limitare l’anima egoica. Una volta creato questo equilibrio, si apre la porta del cuore e l’oggetto creato può assumere livelli espressivi meravigliosi, perché l’apertura di questo canale consente all’ispirazione di scorrere dentro di noi dall’anima universale… (3)
Ultimo ma non meno importante è il contatto con la natura. Per me la natura è una immensa fonte di rigenerazione e di ispirazione. Camminare nei boschi, in luoghi poco frequentati dove la natura sia sovrana è di grande aiuto per rasserenarsi e aumentare la creatività.

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L'arte dà un grande contributo al benessere sociale, come possono gli artisti migliorare il proprio benessere attraverso la propria arte?

Per rispondere a questa domanda mi ispiro al culto vedico di Sakti ovvero al culto di varie forme dell’energia universale personificate come Dea. Sakti significa potere, forza, energia femminile. Essa rappresenta il principio creativo primario sottostante il cosmo, la forza energizzante di ogni manifestazione
divina. (4)
Una personificazione di questa energia è la Dea Kali. La Dea distrugge le forme del male, e’ distruzione a cui segue la creazione. Kali ha 4 mani: delle due di sinistra una regge una testa tagliata, che indica l’annientamento delle forze egoistiche, l’altra regge la spada della distruzione fisica con cui la Dea recide il
filo della prigionia delle forma… il mondo di Kali è perciò un eterno flusso vivente, una sequenza di cicli di apertura e chiusura in cui tutte le cose emergono e scompaiono nuovamente. La Dea è l’immagine archetipica della nascita e della morte, di colei che dà e distrugge la vita. Essa incarna i principi vitali dell’universo visibile, con le sue molteplici facce, generosa, crudele, creativa, distruttiva, amorevole o indifferente… (4)
In un periodo della mia vita particolarmente turbolento, in cui era necessario distruggere tutta una serie di comportamenti e nozioni, avevo raccolto moltissime immagini di Kali da cui era scaturita una scultura con l’argilla che mi ha accompagnato per molti anni fino a trasformazioni avvenute.
Pertanto consiglio agli artisti di mantenere la propria verità, limitare l’ego e accettare come spiegato all’inizio dell’articolo la ciclicità della creazione all’interno di se stessi con le proprie luci e ombre. Limitare l’ego in questa società che tende a svilupparlo al massimo non è semplice. Consiglio di praticare tecniche spirituali che coltivino l’amore verso gli esseri, la compassione e l’aiuto reciproco.

Potresti esemplificare un'arte terapia che un artista potrebbe applicare alla propria pratica?

Creare la propria guarigione con la propria arte! Assolutamente si può fare!
Sicuramente le tecniche di arte terapia per gli artisti devono essere il più libere possibile. Meglio utilizzare tecniche completamente diverse da quelle utilizzate nella propria attività artistica quotidiana e lavorare al tempo stesso con ritualità e gioco come i popoli primitivi. Per gli antichi l’arte rupestre era, probabilmente,
utilizzata per ritualizzare ed esorcizzare eventi, sfide quali ad esempio la caccia, i cambiamenti atmosferici, ma anche per connettersi con forze primordiali e con le divinità (5) ecc.
A scopo terapeutico è necessario ricollegarsi a quest’arte arcaica. Tecniche d’arte terapeutiche per gli artisti possono essere la scultura con argilla, la produzione di vasellame, arte tessile, i filati, ma anche qualsiasi tecnica libera da preconcetti e giudizi.
Creare oggetti rituali dove proiettare le proprie angosce, paure, sentimenti, sogni e desideri, può promuovere il benessere psichico. Sto lavorando a workshops dove l’arte e le tecniche sciamaniche si intersecano per trasmettere benessere psichico.
Porto un esempio di arte utilizzata dagli sciamani per curare, come scrive Hank Wesselman (3); gli sciamani Ulcchi della Siberia viaggiano nella “realtà non ordinaria” per incontrare animali di potere in grado di portare guarigione al malato. lo sciamano commissione a uno scultore del villaggio l’immagine dell’animale di potere a lui apparso, ad esempio l’orso. L’immagine dell’orso diventa veicolo del potere spirituale dell’orso quindi lo sciamano infonde nell’immagine o nella scultura il potere dell’orso. La scultura sarà messa in casa del malato e porterà guarigione.
La tradizione dell’arte curativa è presente nella maggior parte delle culture sciamaniche.
Un altro esempio gli indios Kuna di Panama costruiscono bambole medicina di legno, chiamate ucho, durante le cerimonie di recupero dell’anima. Sono ricavate da alberi sacri e fabbricate e benedette dagli uomini di medicina. In questo modo queste statue sono in grado di riportare pezzi di anima. Sono esempi provenienti dal mondo sciamanico ma ricchi di suggestioni per gli artisti.

Sei un tipo di psichiatra molto particolare, specializzato in erboristica, per questo hai pazienti in tutta italia. esiste un rimedio naturale che può migliorare la creatività?

Sicuramente tutte le piante definite toniche adattogene. Queste piante sono state tra le prime utilizzate nell’antichità. Citate negli antichi manoscritti della medicina tradizionale cinese, risalenti al 2000 a.C., le piante toniche adattogene si definiscono tali, poiché, in relazione alla loro composizione chimica, hanno
sull’organismo un’azione molto particolare. Agiscono a livello del sistema PNEI e cioè a livello psico-neuro-endocrino-immunitario.

Sono piante che portano equilibrio, energia e stabilità. In medicina tradizionale cinese si dice che vanno a riequilibrare l’asse CUORE-RENE , FUOCO-ACQUA, nonché a tonificare il Qi ovvero la nostra energia vitale e a tonificare i 5 organi vitali (cuore, polmone, milza, reni, fegato). Il loro potere si eplica anche nel temperare il temperamento ciclotimico.

Tra tutte le toniche adattogene quelle che ritengo maggiormente utili sulle funzioni artistiche sono la RHODIOLA ROSEA e la WHITANIA SOMNIFERA.
La RHODIOLA ROSEA fa parte della famiglia delle Crassulaceae. Cresce nelle zone montagnose e fredde della Siberia, delle Alpi e dei Pirenei. Detta anche “radice d’oro” o “radice di rosa”. Il nome deriva dal fatto che la sua radice profuma intensamente di rosa. E’ una radice vivacissima che germoglia molto facilmente.
La Rhodiola rosea regolarizza il tono dell’umore, grazie all’azione sui neurotrasmettitori noradrenalina, dopamina e serotonina, nei tratti nervosi coinvolti nella regolazione dell’umore e dell’ansia: amigdala, ippocampo, ipotalamo e mesencefalo.

La WHITANIA SOMNIFERA fa parte della famiglia delle Solanaceae, è diffusa in India, cresce anche in Sud Africa e in Asia orientale. Da noi sono reperibili solamente le preparazioni a base di radice. Il nome in sanscrito della Whitania “Ashwagandha” significa odore di cavallo poiché si dice conferisca all’uomo la
forza e il vigore di un cavallo. Detta anche Ginseng Indiano. Ha azione dopaminergica e GABAergica, quindi ansioltica.
il GABA o acido gamma amminobutirrico è una molecola endogena cioè prodotta da noi ed è il principale neuromodulatore del sistema nervoso centrale. E’ la nostra molecola ansiolitica. I comuni farmaci ansiolitici per effettuare il loro effetto si legano ai recettori per il GABA all’interno del sistema nervoso centrale.
Molte piante adattogene e non solo possiedono un’azione gabaergica e quindi sono in grado di donare serenità e calma. Tuttavia sottolineo un concetto importante i farmaci utilizzano sempre, per produrre i loro effetti, i nostri recettori i quali a loro volta esistono perché noi produciamo sostanze per quei recettori.
Un’altra pianta interessante per gli artisti è la PASSIFLORA INCARNATA, famiglia Passifloraceae, non fa parte delle piante toniche adattogene ma le sue caratteristiche chimiche ne fanno una pianta adatta a temperare la passione e gli slanci creativi. Il nome della pianta suggerisce la passione di Cristo, poiché nel suo fiore sarebbero simboleggiati gli strumenti della crocefissione di Cristo. Anch’essa ha, tra le varie azioni, azione gabaergica e quindi ansiolitica.

Un’altra pianta, che al suo interno ha molecole triterpeniche, caratteristiche delle piante toniche adattogene, è la MAGNOLIA OFFICINALIS. Famiglia delle Magnoliaceae . Le molecole triterpeniche sono sostanze in grado di raggiungere rapidamente le parti più arcaiche e antiche del cervello con un’azione sulla
psiche e sul sistema endocrino. E’ una pianta molto interessante, si utilizzano le gemme in gemmoterapia e a la corteccia come soluzione idroalcolica. E’ una piante del cuore e del cervello e si dice in grado di connetterci con il nostro sé superiore. Grazie agli alcaloidi magnololo e onochiolo è in grado di muovere
l’energia vitale e rasserenare come la bellezza dei suoi fiori all’inizio della primavera e per noi all’inizio del processo creativo.

Qual è la tua opinione sul rapporto tra psichiatria e psichedelia?

La mia esperienza di psichiatra mi ha fatto vedere chiaramente quanto le droghe e le sostanze psicoattive danneggino il cervello e possano slatentizzare disturbi psichici.
E’ vero che le sostanze aprono le porte della percezione ma sono scorciatoie molto pericolose.
Tutte le sostanze psicoattive possiedo al loro interno alcaloidi. Gli alcaloidi sono sostanze che a piccole dosi, determinano rapidamente reazioni farmacologiche nel nostro organismo soprattutto a livello del sistema nervoso centrale.
Tuttavia se queste sostanze sono attive significa che a livello del nostro sistema nervoso centrale sono presenti recettori per queste droghe, ma questo, come già spiegato, vuol dire che noi stessi, per primi, produciamo sostanze che si legano a questi recettori. Pertanto qualsiasi effetto delle sostanze lo possiamo ottenere anche noi con determinate pratiche senza assumere sostanze.
Il mio percorso sciamanico mi ha insegnato che si possono raggiungere stati alterati di coscienza con svariate tecniche che portano a profonde intuizioni e aumento delle capacità creative. Il suono del tamburo stesso, suonato durante i riti sciamanici, è un potente strumento per indurre uno stato
cerebrale, caratterizzato all’elettroencefalogramma dalla presenza di onde theta, in cui gli impulsi cerebrali vanno da 4 a 7 Hz, stato cerebrale profondo e riflessivo simile al sogno. (3)

Piante

Per concludere cito una frase di uno dei miei artisti preferiti, non a caso molto onirico, Odillon Redon “Ho letto da qualche parte che la capacità di porre in un’opera più significato di quanto ci si ripromettesse e di superare con un risultato imprevisto, è data soltanto a persone del tutto leali e sincere, a chi ha nell’anima qualcosa in più della propria arte. Lo credo anch’io; occorre la preoccupazione della verità forse il dono della pietà o della sofferenza.” (6)

Con gratitudine riporto una frase del mio analista commento ad un mio quadro:
“Così dobbiamo essere grati all’arte e agli artisti, questi moderni “alchimisti” che, attraverso la loro “malattia creativa”, ci aiutano a comprendere e a sperare” Ugo Fama.

Articolo scritto per Dare to Care, new collective focusing on mental health care in creative art, collettiva di artisti per la salute psichica.
Sono rimasta molto colpita ed entusiasta del progetto di Dare to Care e sulle loro iniziative

Michela Pessot
Medico Chirurgo
Specialista in Psichiatria
Omeopata e esperta in Medicine Complementari

(1) Sandra Ingerman: “Il recupero dell’Anima. Tecniche sciamaniche per risanare il Sé frammentato”. Edizioni Crisalide
(2) J.E. Pizzorno, M.T. Murrey:”Trattato di Medicina Naturale”. Red Edizioni
(3) Sandra Ingerman, Hank Wesselman:”I segreti degli sciamani. Il risveglio al mondo degli spiriti”. MACRO Ed.
(4) Ajit Mookerjee:”KALI. LA DEA DELLA FORZA FEMMINILE”. ARTE E IMMAGINAZIONE. Red Edizioni
(5) Maria Gimbutas: “Il linguaggio della Dea”. NERI POZZA
(6) Odilon Redon:”A se stesso”. Abscondita

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